Venticinquemila euro. E' questa la cifra stabilita dalla corte d'Appello di Milano per risarcire l'associazione ambientalista che si è costituita parte civile nel processo iniziato nel 1994 contro la Verniciatura Negri per il danno ambientale alle falde acquifere nel comune di Malnate.
La sentenza prevede inoltre il risarcimento di mille euro a testa per i 47 cittadini malnatesi che hanno affiancato Legambiente nei processi per l'inquinamento dell'acqua potabile.
Gli accertamenti, iniziati nel 1992, hanno portato alla chiusura della rete idrica malnatese nel periodo tra il 2 Settembre e il 3 Novembre 1992 in seguito all'indagine dell'Ussl di Varese che aveva individuato con precisione la provenienza delle sostanze inquinanti.
Tra i motivi della sentenza depositata lo scorso 6 marzo 2006 si precisa il “nesso causale con l'inquinamento dell'acqua potabile malnatese” da parte dei titolari della verniciatura Negri che nel processo penale ammisero le responsabilità e decisero per il patteggiamento della pena.
La richiesta di risarcimento ha avuto inizio nel 1993 con la citazione in giudizio dei responsabili che per anni avevano scaricato nel terreno della ditta i prodotti solventi (in particolare trielina) usati per la loro attività di verniciatura, provocando l'inquinamento della falda che alimentava l'acquedotto.
“Ancora una volta Legambiente ha difeso con testardaggine i diritti dell'ambiente –spiega entusiasta Alberto Minazzi, presidente di Legambiente Varese - unendosi ai cittadini di Malnate nella tutela alla salute pubblica; il danno ambientale per l'acquedotto del Comune di Malnate era emerso con assoluta evidenza già nel processo penale”.
La soddisfazione è enorme perché la sentenza della Corte d'Appello, ribaltando il giudizio di primo grado, restituisce speranza a chi, cittadini e associazioni ambientaliste, da anni si battono per migliorare la qualità del nostro territorio.
Questa sentenza sancisce la pessima gestione dell'acqua negli anni passati, in un momento in cui la crisi idrica anche a Malnate è di nuovo all'ordine del giorno.
Ci auguriamo che la sentenza possa essere un monito per tenere alta l'attenzione sul problema della gestione delle risorse idriche e per rafforzare la difesa del nostro territorio sempre più vulnerabile a causa di aggressioni scriteriate.
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